11.06.2020
ROMA IN PIAZZA -ATTO II SABATO 7 NOVEMBRE
h15 – MiBACT Via del Collegio Romano 27
h17.30 – MIT P.le di Porta Pia
Dopo la giornata di lotta di sabato scorso e la partecipata assemblea di San Lorenzo vogliamo tornare in piazza per far sentire la voce di tutti coloro che in questi mesi stanno pagando sulla propria pelle la gestione disastrosa dell’emergenza da parte del Governo.
Non ne possiamo più di un sistema sanitario che si regge solo ed esclusivamente sul sacrificio straordinario dei lavoratori e delle lavoratrici della sanità e che, per colpa di decenni di tagli, aziendalizzazione e privatizzazioni, si sta dimostrando strutturalmente inadeguato ad affrontare la pandemia.
Non ne possiamo più di essere trattati come carne da macello. Da mesi siamo esposti al contagio in luoghi di studio e di lavoro in cui le condizioni di sicurezza sono sempre mancate, e su mezzi pubblici nei quali spesso finiamo stipati come bestie. Veniamo licenziati nonostante il blocco dei licenziamenti, ci troviamo senza tutele di fronte allo spettro di un nuovo lockdown generalizzato, viviamo nell’incertezza e nella precarietà.
Non ne possiamo più di vederci preclusa la possibilità di andare a scuola e all’università, sentendoci additare come untori e untrici.
Non ne possiamo più di un governo che dietro alla scusa del “salvataggio dell’economia” ha dimostrato di salvaguardare soltanto gli interessi della Confindustria, delle grandi imprese e delle multinazionali che, mentre le classi popolari muoiono di fame e ricevono le briciole, continuano ad essere sostenute con miliardi.
Siamo stanch@ di un governo che risponde alla crisi sociale con l’aumento della repressione, con l’annuncio di nuovi sgomberi e l’inasprimento di misure securitarie, che gestisce i problemi sociali che crea (dalla mancanza di reddito alle ondate di sfratti dei prossimi mesi) come un mero problema di ordine pubblico.
. Non ne possiamo più di un governo che sacrifica il diritto allo studio, il diritto alla salute, il diritto al lavoro, alla cultura, alla socialità della stragrande maggioranza della popolazione (in particolare quella bollata come ‘inutile allo sforzo produttivo del Paese’) per tutelare soltanto il diritto al profitto di pochi.
Non ne possiamo più di un governo che non interviene con risorse e strutture per porre un freno alla violenza di genere, strutturale nella nostra società e ancora più drammatica nei periodi di lockdown, con moltissime donne costrette in casa a subire violenze e vessazioni o semplicemente a subire solo sulle propria me spalle il peso del lavoro di cura, della casa e dei figli.
Siamo consapevoli della gravità del momento che stiamo vivendo. Il Covid-19 è un nemico pericoloso: per questo vogliamo respingere con forza chi minimizza questa minaccia a partire dai fascisti e dai negazionisti. Proprio per questo pensiamo che l’unica maniera possibile per uscire da questa emergenza sia affermando i nostri bisogni e i nostri interessi in quanto lavoratori e lavoratrici, disoccupati e disoccupate, studenti e studentesse, precari@ e soggetti che non ci stanno più a pagare l’ennesima crisi creata da altri.
Dobbiamo combattere il virus, ma tutto potrà andare bene solo se saranno garantiti a tutt@ il diritto ad una casa, al reddito e a un lavoro adeguati, a un’istruzione che non lasci indietro nessun@, ad un sistema sanitario e a dei trasporti di qualità, gratuiti e accessibili a tutti. Garantire anche salari e reddito in vista di nuovi lockdown e restrizioni, così da rompere il ricatto tra la salute e il nostro diritto ad avere una vita dignitosa nel quale i vari dpcm ci stanno costringendo
. Non vogliamo essere noi a subire i costi di una crisi che sta evidenziando tutte le mancanze strutturali del sistema in cui viviamo. A pagare devono essere i principali responsabili del disastro. Quelli che pur di continuare a produrre e ad arricchirsi mettono a rischio le nostre vite, quelli che per aumentare i propri profitti sfruttano e non rispettano le condizioni di sicurezza nei luoghi di lavoro, quelli che dall’inizio della pandemia hanno visto aumentare i propri conti in banca sulla miseria collettiva.
Parliamo dei padroni di Amazon, Google, di FCA, della Confindustria, delle industrie delle armi che non si sono mai fermate e di tutte quelle imprese nazionali e multinazionali i cui patrimoni accumulati sullo sfruttamento collettivo basterebbero da soli a risolvere i nostri problemi.
. La piazza della scorsa settimana è stato solo un primo passo, ora si tratta di rilanciare e dare continuità alla nostra lotta. Per farlo Sabato 7 Novembre torneremo a riempire le strade, lo faremo:
– H. 15 MiBACT (Via del Collegio Romano) al fianco dei lavoratori e delle lavoratrici dello spettacolo, una delle categorie più colpite dalla crisi, per ribadire l’importanza di unire le lotte e nel sostegno alle loro giuste rivendicazioni rilanciare le nostre lotte più generali.
– H. 17.30 Porta Pia (Ministero delle Infrastrutture) perchè pensiamo sia fondamentale tornare sotto i palazzi del potere a chiedere a gran voce lo stop immediato e senza riserve a sfratti, sgomberi e il potenziamento del trasporto pubblico.
È IL MOMENTO: ROMA TORNA IN PIAZZA!