LABPUZZLE – Bene Comune
"un pezzo del mondo che vorremmo"
⚖segretariato sociale “tuteliamoci”

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Nello spazio recuperato del Lab! Puzzle a via Monte Meta 21, lo Sportello TuteliAMOci nasce da differenti esperienze che oggi danno vita ad un servizio polifunzionale. Ecco i nostri servizi:

• Tutela dei diritti di cittadine e cittadini (assistenza legale con avvocato in sede)

• Consulenza fiscale, legale e sindacale sul lavoro • Inserimento scolastico e formativo per minori e adulti

• Segretariato sociale (orientamento ai servizi educativi, demografici, anagrafici, socio-assistenziali del municipio; motorizzazione, centri per l’impiego, etc.)

• Disbrigo di pratiche burocratiche (compilazione e predisposizione modulistica, richiesta certificati, problematiche con utenze, etc.).

INFORMIAMOCI!

Lo Sportello Tuteliamoci di Lab!Puzzle realizza una serie di informative sui temi della vita sociale, quelli sui quali bisogna essere tutti e tutte preparati, per conoscere i nostri diritti per non farci prevaricare da chi quotidianamente agisce sfruttamento ed oppressione sui più deboli. La parola chiave è mutualismo: crediamo che tutti e tutte insieme, dando e prendendo un pezzettino di conoscenza, di tempo, di buone pratiche possiamo fare la differenza.

Il primo tema che abbiamo deciso di affrontare è il lavoro. Troppo spesso la disparità di potere fra datore di lavoro e lavoratore apre la strada ad abusi. È importante che chi lavora abbia gli strumenti per tutelarsi e sappia come muoversi. Allo Sportello Tuteliamoci svolgiamo anche attività di consulenza legale e sindacale sul lavoro, potete rivolgerti a noi se volete capire come leggere una busta paga, per informazioni sui diritti connessi alla propria posizione lavorativa, se si hanno dubbi sulla regolarità di un licenziamento ecc. Vi aspettiamo presso Lab!Puzzle il venerdì dalle 16:30 alle 19:30.

IL LAVORO IN NERO: COSA PUO’ FARE IL LAVORATORE? COSA RISCHIA IL DATORE DI LAVORO?

È all’ordine del giorno trovare opportunità di lavoro in nero, ossia quel lavoro per il quale il datore di lavoro non ha inviato nessuna comunicazione preventiva di assunzione e di conseguenza non è stata aperta nessuna posizione previdenziale (INPS, INAIL). Un lavoro in cui una persona in effetti svolge un’attività retribuita che non risulta registrata e per la quale non ha coperture assicurative.

Se accetti lavoro in nero mentre percepisci un’indennità di disoccupazione o altri vantaggi economici (ad es. Reddito di cittadinanza) rischi di avere querela per il reato di falso in atto pubblico (perché hai dichiarato una situazione che non corrisponde al vero) oltre ad una sanzione amministrativa. Se non percepisci indennità e lavori in nero invece non incorri in sanzioni ed hai diversi strumenti per tutelarti. Vediamoli insieme:

L’azione civile da parte del lavoratore che comporta la messa in regola e la restituzione di ciò che finora non è stato percepito dal lavoratore. Il lavoratore leso può fare causa all’azienda alla sezione lavoro del tribunale. Perché fare causa? Per ottenere:

  • Stipendi non pagati (mancata retribuzione);
  • Differenze di retribuzione, solitamente chi lavora senza contratto guadagna meno di un altro lavoratore di pari livello (contrattuale), oltre a non percepire contributi;
  • Straordinari, lavoro notturno, nel weekend o durante festività, che al lavoratore con contratto vengono pagati diversamente;
  • Versamento di contributi previdenziali;
  • TFRse il rapporto lavorativo è terminato, e il risarcimento del danno se il licenziamento è stato illegittimo.

Se sei un lavoratore in nero che non percepisce alcuna indennità non incorri in nessuna sanzione.

Questo perché sei la parte debole della contrattazione e perché hai solo subito senza dichiarare il falso. Anzi, un’eventuale causa civile può portarti solo vantaggi. E comunque non è detto che arrivi per forza in causa, magari riesci a trovare un accordo con il tuo datore di lavoro prima di andare in Tribunale. Il primo passo da fare sarebbe rivolgersi a un avvocato o a un sindacato con il quale dovrai raccogliere tutte le prove (eventuali assegni ricevuti dal datore, annotazione degli orari di entrata e uscita, dettagli dell’attività lavorativa prestata), ed eventualmente trovare testimonianze (di colleghi o di soggetti terzi che frequentano i luoghi posti nelle immediate vicinanze del tuo luogo di lavoro). Per denunciare la tua situazione devi andare alla Direzione del Lavoro che si trova in ogni capoluogo di provincia raccontando tutta la tua situazione. Non andrete subito in tribunale, ma il legale o il sindacato invieranno una raccomandata al datore di lavoro e lo inviteranno a conciliare trovando una soluzione presso la Direzione del Lavoro. Non è detto che la soluzione arrivi e come spesso accade, a doversi pronunciare dovrà essere il Tribunale del Lavoro. L’udienza non verrà fissata prima dei 30 giorni da quando si è presentato il ricorso, generalmente la causa non dura più di un anno.

Lavoro in nero: in assenza di prove il contratto inizia dall’1 gennaio

Inoltre, la Corte di Cassazione ha ribadito che se il datore di lavoro non riesce a produrre una prova dell’effettivo avvio del rapporto di lavoro non denunciato, questo inizia dal primo gennaio dell’anno dell’accertamento. Se cioè hai iniziato a lavorare il 10 febbraio 2016 e l’accertamento degli ispettori viene fatto il 10 novembre, ma il tuo datore di lavoro non ha prove dell’inizio, risulterà che sei stato assunto l’1 gennaio 2016.

Controllo dell’Ispettorato del lavoro e sanzioni per il datore di lavoro

A seguito di un controllo da parte dell’Ispettorato del Lavoro il tuo datore di lavoro riceverà prima una diffida che lo invita a regolarizzare i lavoratori in nero entro 30 giorni. Se lo fa entro 15 giorni, paga una sanzione minore. Se, nonostante la diffida, il datore di lavoro non lo fa gli ispettori faranno il verbale unico di accertamento e notificazione ammettendolo al pagamento della sanzione in misura ridotta, dopodiché, visto il mancato pagamento, l’attività degli ispettori proseguirà il suo corso e attribuirà le sanzioni previste al datore di lavoro.